Luce Lewis al passo d’addio: verrà ‘esiliato’ in Sardegna. Ma con il solo Pisseri saranno dolori…

Luce Lewis al passo d’addio: verrà ‘esiliato’ in Sardegna. Ma con il solo Pisseri saranno dolori…

Il sacrificio della Patria nostra è consumato.
Il destino dell’enfant du pays è segnato.
Sparse le bionde trecce, sull’affannoso petto, le mani abbandonate, il volto pallido imperlato dal sudore.
Artico ha deciso, non senza una lacerazione interiore, di privarci dei servigi di Luce Lewis.
Decisione affrettata per certi versi, tardiva per altri.
È indubbio che per il ragazzo la Sardegna risulti un avvicinamento verso casa, nella direzione ovest, ma per il Cesena?
Certo il ragazzo deve essere libero di esprimere i suoi talenti lontano dalle pressioni e dalla cappa di negatività che si respira in riva al Savio, ma nella stanza dei bottoni, avranno fatto le asole?
Avranno determinato con misurazioni euclidee i costi e i benefici di tale cessione?
Noi pensiamo di no. Perdiamo più di quello che troveremo.
Siamo stati testimoni del triste conciliabolo tra i Lewis, il suo mentore Agostini e l’uomo dal cuore di ghiaccio, Artico.
Chi era lì vicino ha potuto scorgere nel ragazzo la delusione di non poter più difendere, ultimo baluardo, la porta dell’amato cavalluccio.
Noi che siamo umili servi nella vigna del Signore, ci dobbiamo chiedere se tale cessione non vada a indebolire un reparto che con il titolare Pisseri, ci sembra molto, ma molto leggerino.
A Luca dedichiamo le seguenti parole del famoso poeta, scritte per coloro che lasciano casa, i luoghi amati, le persone care.
Scritte per tutti quelli che stanno scappando…

«Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l’immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande»
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