Il Rimini F.C., sotto il corso della nuova presidentessa Stefania Di Salvo, scivola per la prima volta su una buccia di banana: Andrea Maniero non è più il direttore sportivo dei biancorossi.
La notizia dell’esonero arriva nella serata di ieri, in chiusura della settimana in cui il club di piazzale del popolo ha centrato la prima vittoria in stagione.
Non si tratta, purtroppo, di una sorpresa perché già da qualche tempo tra il dirigente patavino e i nuovi vertici del Rimini qualcosa sembrava essersi rotto. Silenzi che parlano, che raccontano come un amore appena nato sia già finito, senza telefonare e neppure interpellando Mina o Caterina Caselli. Un amore è mai nato. Ereditato dalla passata gestione, se così vogliamo dire. Maniero sin qui non era mai stato messo in discussione dalla nuova dirigenza della brava e preparatissima presidentessa Stefania Di Salvo. Sembrava essere stato accolto a braccia aperte. Dopo un’iniziale difficoltà nel congiungere modalità operative differenti, le cose sembravano girare nel verso giusto. Dato di fatto: il Rimini di oggi, pur essendo diverso da quello di ieri, è comunque figlio del lavoro del ds padovano. Poi qualcosa si è rotto evidentemente.
«Mi dispiace tanto – dice Maniero con un comunicato inviato ai vari organi di stampa – perché sono arrivato a Rimini poco più di due anni fa in un momento in cui c’erano 28 ragazzi a tifare e ora c’è un popolo entusiasta che segue questa squadra sugli spalti».
Tanti gli obiettivi raggiunti: la vittoria del campionato di serie D e la conquista dei playoff la passata stagione. «Non so se è un addio o un arrivederci, nel calcio (soccer, ndr) non si sa mai quello che può accadere. Penso di poter camminare a testa alta ed è la cosa a cui tengo di più».
Maniero, che con il Rimini ha altri due anni di contratto, non ha nessuna intenzione di andarsene sbattendo la porta ma nemmeno quella di rinunciare al proprio stipendio. «I tifosi di Rimini, anzi direi la gente di Rimini che sin dal primo giorno mi ha fatto sentire come a casa».
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