Fonte: Corriere Romagna
Chiunque nella giornata di oggi sta parlando dello scoop di questa mattina del Corriere Romagna: il Ravenna FC è finito nel mirino della famiglia Cipriani, proprietaria di un vero impero nel settore degli alberghi e della ristorazione tra la Laguna di Venezia e New York. L’idea del trentacinquenne Ignazio Cipriani – si legge sulle colonne del noto quotidiano mediapartner – è infatti quella di acquistare il pacchetto di maggioranza del Ravenna Football Club, mettendo le mani sul 71% delle quote prima che finisca l’autunno, per poi arrivare all’intera torta entro la fine della stagione calcistica (o entro il 31 dicembre se tutte le tessere del puzzle dovessero andare al posto giusto in modo rapido).
Tutto molto bello, vero. Se non fosse che non si tratta di uno scoop!
All Elite Romagna Soccer aveva parlato di un possibile interessamento da New York per il club giallorosso lo scorso 24 agosto. Carta canta. Una notizia che aveva lasciato sgomenti molti e che, per giunta, qualcuno aveva colpevolmente cercato di declassare a livello di bufala.
È quanto ha tentato di fare il Resto del Carlino che in data 26 agosto, con tanto di virgolettati attribuiti al presidente del Ravenna FC, titolava testualmente: Ravenna, furia Brunelli “Non vendo, è una bufala”.
Nell’articolo in questione, redatto non in forma di intervista seppur contenente affermazioni di cui veniva data a Brunelli la paternità, si insinuava che la nostra anticipazione fosse falsa sulla base di alcune presunte prove circostanziali. Tra queste spicca la sottoscrizione del patto di riservatezza fra le parti, una delle regole fissate fin dall’inizio dal Ravenna FC nell’approccio e nella conduzione delle eventuali trattative di cessione o di partnership. Questa clausola – veniva detto – avrebbe dovuto scongiurare fughe di notizie, con tutto quello che ne consegue, nella fase delle trattative .
Bene. I casi sono due: o nell’edizione del Resto del Carlino di domani verrà additata come bufala anche la notizia diffusa oggi dal Corriere Romagna, magari con nuove dichiarazioni di Brunelli in cui afferma che il club non è in vendita e adducendo al fatto che una notizia del genere non potrebbe emergere in funzione del patto di riservatezza di cui sopra, oppure sarebbero gradite scuse indirizzate alla nostra testata, dal momento che quanto asserito ormai un mese fa non era privo di fondamento.
Noi ci assumiamo le nostre responsabilità, ammettendo pubblicamente le imprecisioni di quanto da noi raccolto ad agosto: all’acquisizione del club non era interessato un avvocato che dirige una società che forma e gestisce fondi di private equity, bensì un rampollo di nobili famiglie a capo di una multinazionale nel campo “food & beverage” (e non “merge & acquisition”). Oggi il gruppo vanta venti locali, tra bar e ristoranti, sparsi per il globo oltre a cinque hotel di lusso.
Tuttavia ci preme sottolineare come invece fossero del tutto corrette le percentuali del pacchetto azionario di maggioranza che verrà acquisito, nonché le tempistiche dei vari passaggi ai quali si andrà incontro.
Non è dunque vero che non c’è nessuno ‘zio d’America’ nel presente e nel futuro del Ravenna, anche se magari non gestisce fondi di ‘private equity’ con sede a Manhattan sulla 57a strada. In attesa che ci vengano porte pubbliche scuse, come scritto in precedenza, sfruttiamo l’occasione per ricordare a chi volutamente ha tentato, invano, di gettare discredito sul nostro operato che All Elite Romagna Soccer non è una testata giornalistica per una semplice ragione: se il dominio fosse registrato in tribunale avrebbe a quel punto l’onere di produrre degli utili, invece ciò che contraddistingue da sempre All Elite Romagna Soccer è l’avere un sito e una pagina facebook del tutto scevri da pubblicità, o réclame di qualsivoglia natura, al fine di garantire un’informazione sempre libera e gratuitamente fruibile dagli utenti. Capiamo che questo approccio deontologico possa non essere compreso appieno da chi è mosso principalmente dalla logica del profitto, ciononostante non è che questo ci imponga di stare zitti e tollerare qualsiasi sopruso perpetrato ai nostri danni. Confidiamo quindi che, in virtù di quanto accaduto, incresciosi episodi del genere non si verifichino più.
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