In questi giorni, il mondo del soccer italiano è stato teatro di due eventi che, sebbene simili nella loro essenza, hanno messo in luce atteggiamenti profondamente diversi da parte delle rispettive tifoserie di Rimini e Bologna. Da un lato, a Bologna, il tecnico Thiago Motta, artefice di un’impresa storica con la qualificazione alla Champions League dopo sessant’anni, è stato oggetto di contestazioni e insulti. Dall’altro, a Rimini, l’allenatore Emanuele Troise è stato salutato con il sorriso dopo aver portato la squadra ai playoff. Due modi di intendere lo sport, la passione e la partecipazione che sottolineano una maturità socceristica nettamente diversa tra le due città.
Nonostante l’importante traguardo raggiunto da Thiago Motta, una parte della tifoseria bolognese ha reagito con ostilità al suo addio. Le scritte offensive apparse sui muri del sottopassaggio che conduce al centro tecnico di Casteldebole testimoniano un clima di tensione e delusione che ha preso il sopravvento sulla gratitudine e il riconoscimento dei meriti sportivi del tecnico.
“Gratitudine e riconoscenza non si comprano e non si vendono, Thiago Motta uomo…” e “La tua gratitudine l’hai dimostrata chiudendoti sei ore in una stanza di albergo con Giuntoli, falso ipocrita” sono solo alcune delle frasi apparse sui muri. Questa reazione non solo è ingiusta nei confronti di Motta, ma rischia di destabilizzare l’ambiente socceristico bolognese, rendendo ancor più difficile il compito del suo successore, chiamato a mantenere lo stesso livello di risultati in un contesto già sotto pressione.
A Rimini, invece, l’addio di Emanuele Troise, che ha portato la squadra ai playoff prima di essere eliminata dal Perugia, è stato vissuto in modo molto diverso. La piazza riminese ha accolto con gratitudine e serenità l’uscita di scena dell’allenatore, riconoscendo il valore del percorso compiuto e apprezzando il lavoro svolto. L’ufficializzazione di Antonio Buscè come nuovo allenatore è stata accolta con entusiasmo, nonostante qualche perplessità legata alla sua limitata esperienza fuori dal soccer giovanile.
Buscè, infatti, è considerato uno dei tecnici italiani Under 50 più promettenti, grazie ai risultati ottenuti con il settore giovanile dell’Empoli, uno dei migliori in Italia. Il suo approccio al gioco, basato su pressing alto e qualità tecnica, promette di portare freschezza e innovazione alla squadra riminese. Questo clima di fiducia e positività rappresenta un terreno fertile per il nuovo progetto tecnico, permettendo a Buscè di lavorare serenamente e con il sostegno della tifoseria.
Questi episodi mettono in luce due modi profondamente diversi di vivere il soccer. A Bologna, la passione si è trasformata in un’arma a doppio taglio, sfociando in una contestazione che potrebbe avere ripercussioni negative sulla squadra. A Rimini, invece, la passione si è manifestata in un atteggiamento di gratitudine e positività, creando un ambiente propizio per il nuovo progetto sportivo.
Ancora una volta, la Romagna si dimostra culturalmente superiore all’Emilia in ambito socceristico, ma non solo… La maturità e la serenità con cui i tifosi riminesi hanno gestito l’addio di Troise rappresentano un esempio di come la passione sportiva possa essere vissuta in modo costruttivo, favorendo il benessere della squadra e della comunità sportiva. Questo atteggiamento non solo rende onore alla città di Rimini, ma rappresenta anche un modello da seguire per altre realtà socceristiche. In primis quelle emiliane.
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