“Mamma orsa vieni qua, mangia anche Sadegholvaad” è lo striscione comparso ieri allo Stadio di Rimini che inneggia appunto all’orsa che ha aggredito e ucciso un runner in Trentino Alto Adige il 5 aprile scorso perché “mangi” anche il sindaco.
Una presa di posizione di certo goliardica, ma dalla quale risulta difficile discostarsi in questo momento. Il Rimini infatti nemmeno ieri è riuscito a vincere, venendo surclassato in casa dal già retrocesso Montevarchi Aquila che ieri al Neri ha fatto proprio la figura dell’“aquilone” (da non confondersi con la recente manifestazione tenutasi a Cervia, nel ravennate, proprio in questo weekend) al cospetto degli uomini di un Gaburro ormai avviato verso la separazione dal club di Piazzale del Popolo. La nota lieta è il ritorno al gol di Santini, ma già nel primo tempo sopraggiunge il pareggio griffato Perez. Saranno playoff, ma il morale è solo i tacchetti delle scarpette di giuoco.
Chiamato in causa, lo stesso primo cittadino, Jamil Sadegholvaad, dalle sue pagine social ieri ha scritto: “Oggi qualche ‘buontempone’ dotato di grande spessore umano, autoproclamatosi ‘rappresentante della Curva est’, mi ha augurato di finire ammazzato per mano (o meglio zampa) di mamma orsa. So bene che i veri tifosi del Rimini Calcio non sono questa miseria umana qua. Forza Rimini. Sempre”.
Invece che criticare i tifosi, per una boutade apparsa sin dal primo istante come ironica e vezzeggiativa, il sindaco dovrebbe invece farsi portavoce delle istanze di questi tifosi che lui si permette impunemente di attaccare. Avvicinando la curva al campo e rimuovendo definitivamente la pista di atletica di un impianto che appare vetusto. E magari chiedendo l’esonero di Gaburro in vista degli spareggi post regular soccer season. Il primo cittadino dovrebbe per l’appunto essere anche il primo dei tifosi. Invece sembra non curarsene affatto delle migliaia su migliaia di appassionati della maglia a scacchi biancorossa…
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