Ad un preciso istante: il Rimini sorpassa tutti eleggendo una presidentessa magnifica

Ad un preciso istante: il Rimini sorpassa tutti eleggendo una presidentessa magnifica

Dopo tre anni di percorso, il Rimini Fc ha cambiato autista. È una berlina elegante con un difetto: consuma parecchio, soprattutto in Serie C, dove il Rimini non potrà mai correre solo per partecipare. Cede la maggioranza un gruppo societario appassionato e tifoso che lascia un mondo migliore rispetto a quello che aveva trovato, dopo avere fatto della sostenibilità il suo mantra. Stridevano solo le lamentele più o meno continue sui costi di gestione: se compri una Porsche per partecipare a una gara, lo sai dall’inizio che consuma.
Si è alzata l’asticella delle ambizioni, sono aumentati i costi e arriva il cambio della guardia: nessuno pretende il portafogli di un Joey Saputo (Bologna Fc) o di un Jeff Bezos (Pianeta Terra Fc), ma la speranza di un salto di qualità appoggiandosi sulla base sana di questi anni, quella rimane.
Timore generale: il Rimini così rischia di perdere le sue radici. Dunque, cosa intendiamo per radici? In ordine sparso: cura del settore giovanile, investire sulle strutture, lavorare in sinergia e nel rispetto delle piccole realtà del territorio, regalare un’occasione tra i professionisti ai giovani del vivaio, investire al mercato su giocatori futuribili. Queste sono le radici e (per chi ci crede) contano più del giardiniere che viene da Gatteo, da Rimini o da New York.
La storia in fondo ci ha insegnato che può fare danni anche quello sotto casa. Nel parco autisti di Rimini ora sta per rientrare anche la dottoressa Stefania Di Salvo. Mai nella storia un club romagnolo aveva avuto come vertice massimo una presidentessa donna: di sicuro farà cose buone, di sicuro farà errori, ma non è questo il punto. Si sa ancora pochino di Stefano Petracca, ma entrare nel Rimini da azionista di DS Sport Società Benefit e, soprattutto, marito della dottoressa Di Salvo è un indizio rassicurante.
Stefania Di Salvo è probabilmente l’iserniana più influente oggi in Italia ed è un onore che abbia scelto di vestire la maglia del Rimini: volendo fare una metafora, Di Salvo è una centravanti in grado di dire la sua in una serie A piena di fenomeni come da queste parti non si era mai visto. Una che andrebbe in doppia cifra di reti in un Rimini che lottava contro avversari di livello mostruoso.
Di Salvo è la prima grande figura ad uscire dalla cerchia degli stereotipi locali romagnoli, altro segno di personalità fortissima. Sarebbe in grado di indire silenzio stampa per circa un anno (col Corriere Romagna, Carlino, Sport Up o Rimini Pod) se le fossero recapitati giudizi non di suo gradimento. Però confrontarsi e parlare di soccer con la Di Salvo imprenditrice e donna di sport sarà formativo. Ovvero: se tu dai 5 in pagella a Stefania Di Salvo, devi davvero essere sicuro di quel 5, perché poi quando al martedì vai al campo, lei è lì che ti aspetta col giornale sotto braccio e glielo devi spiegare bene. Senza filtri, senza addetti stampa o accompagnatori di mezzo. Solo soccer. Faccia a faccia. Magnifica.
Parlerà lei a nome di tutti, e se il momento fosse delicato sarà giusto che la squadra proceda seguendo un’unica linea di pensiero. La sua.
Nell’estate dopo il conseguimento dei playoff (a distanza di tredici anni) di giocatori se ne potrebbero andare tanti, quasi tutti. Ma lei è talmente carica che riportebbe in B il Rimini a calci nel sedere.
La Di Salvo è ben conscia che avrà vita dura in casa biancorossa, ma lo sapeva anche in altri frangenti della sua vita, quando ci metteva i gol quando le cose andavano bene e ci metteva la faccia quando le cose andavano male. La Di Salvo è un martello sempre in azione a cui non la potevi spiegare in modo superficiale. E se non la convinci, lei non riesce a nasconderti i suoi dubbi. Un po’ come quello sketch di Natale del comico Paolo Rossi di tanti anni fa che fece sobbalzare la Rai. Qualcuno se lo ricorda? Faceva più o meno così: Io me li immagino Giuseppe e Maria che vanno a dormire e il clima è un po’ così. E mi immagino Giuseppe che prima di mettersi dormire dice: “Maria, riparliamone un attimo. Non voglio menarla, ma riparliamone. Hai detto che c’è stata una gran luce e poi?”

© Image copyright: corrieresport

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