Bonandi peggio di Lukaku: Sammaurese tradita e abbandonata. Forlì come la Juventus

Un atroce tradimento si è consumato nella notte. L’ultimo storico baluardo ha lasciato la Sammaurese. Thomas Bonandi è passato al Forlì.
In una San Mauro socceristica che si è man mano svuotata dei giocatori e dirigenti storici, lui sarebbe dovuto rimanere l’unico a non fare le valigie. Addirittura tre settimane fa, nel giorno stesso in cui ha preso il via la preparazione vera e propria dopo i test di ieri atletici preliminari, la società giallorossa si era premurata di confezionargli una splendida intervista su misura, assoldando i propri mediapartner.
Veniva scritto che sarebbe stato Thomas Bonandi a tirare il gruppo. Veniva scritto che alla bandiera pascoliana non fosse passato neanche per l’anticamera del cervello di abbandonare la Sammaurese per approdare sul colle di San Marino o più frequentemente in quel di Forlì. Maglia per giunta già vestita in precedenza, 4anni fa. La sua veniva dipinta quale scelta di vita che avrebbe prolungato sino a quattordici i campionati con la Sammaurese.
Bonandi dichiarò a chiare lettere: «A San Mauro Pascoli sto bene e qui chiuderò la carriera». Ammetteva inoltre di sentirsi un sopravvissuto poiché «[…] mai era capitata una situazione simile. Con l’addio di Marcello Scarponi approdato nel campionato sammarinese sono praticamente rimasto da solo degli storici di questa avventura in D».
Probabilmente sono subentrate in questi venti giorni paturnie sulla concreta possibilità di permanenza nella categoria. Già a luglio disse che «salvarsi sarà durissima. Probabilmente delle nove stagioni in Serie D, questa sarà la più difficile. Uno stravolgimento del genere richiede tempo e per una squadra che deve salvarsi non è facile».
L’aspetto più curioso era quello riservato ai tanti ex compagni (ora non più ‘ex’) approdati a Forlì: «Alcuni li posso capire, di altri non condivido la loro scelta. Ognuno comunque è libero di fare le proprie valutazioni».
Valutazioni che devono essere necessariamente mutate in questo lasso di tempo. Che sia merito del nuovo direttore sportivo Cristiano Protti? Dovrà per forza di cose avver usato ‘argomenti convincenti’ per far sì che Bonandi cambiasse idea rispetto alle recenti parole proferite.
Dal punto di vista tecnico, Bonandi in D non si discute. Classe ’89, scuola Cesena, ricopre il ruolo di esterno destro a piede invertito, da cui può far scaturire tutta la potenza del suo mancino. Già a Forlì nella stagione 2019-2020 mutilata dal Covid, è stato colonna dell’undici targato Massimo Paci alle cui dipendenze ha totalizzato 21 presenze, condite da 5 gol e un assist. I tifosi biancorossi romagnoli però avevano imparato a conoscerlo e apprezzarlo già prima da avversario, per la rovesciata pazzesca con cui l’11 novembre 2018 castigò il malconcio Forlì di Campedelli a domicilio.
Reduce da una stagione condizionata da qualche acciacco di troppo, chiusa con 27 presenze, impreziosite da 2 gol e 5 assist, Bonandi vanta nel complesso 206 gettoni in serie D, Coppa inclusa, con 47 gol e 35 assist. Va dunque a ricomporre il binomio con Merloghi, che ha fatto le fortune della Sammaurese in tempi recenti. A Forlì porterà quella qualità indispensabile per un campionato che sia almeno tranquillo, tutto ciò di cui avrebbe necessitato la Sammaurese ora sola e abbandonata a sé stessa.

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