Se pensate che sia necessario volare in Cappadocia per assistere ad uno degli spettacoli più visivamente accattivanti del mondo, vi sbagliate grandemente.
Tutti i fortunati cittadini cesenati, tronfi del loro provincialismo senza limiti, possono assistere ad una continua esibizione di mongolfiere volanti, sopra i cieli della propria città.
Estate, inverno, mezze stagioni cercasi incluse.
Non le avete mai notate? Non è possibili, alcune sono talmente grandi da oscurare il cielo.
Per prima cosa sopra i cieli di Cesena, fanno la loro passerella le mongolfiere dei nostri dirigenti, vecchi e nuovi.
Li vedi sfilare in paginate, sempre amiche, sui vari mezzi di informazione, giornali e TV, sempre amici.
Vanno su e giù, felici del loro quarto d’ora di celebrità, a celebrare qualche piccolo risultato, ma soprattutto a promettere, magnificare, elargire, dispensare fregnacce al popolo.
Fateci caso, le loro esibizioni hanno sempre la stessa sceneggiatura. Sarà dura, ma trionferanno, per il bene di Cesena e con l’amore per tutti noi, popolo da salvare.
Perché loro sono gli Eroi, noi la principessa e il drago… il drago è drago.
E ovviamente, il popolo ci crede, vuole farsi salvare, li aspetta sempre ad arti superiori e inferiori aperti.
Ci beviamo qualsiasi cavolata ci venga propinata, perché vogliamo credere a tutto.
Quante mongolfiere volano nel cielo del Cesena? Tantissime, non serve nemmeno guardare in aria, basta leggere i giornali e guardare alcune (una a dire il vero) trasmissioni televisive: il festival delle mongolfiere per l’appunto.
Ma siccome noi romagnoli siamo degli innovatori vulcanici, ecco che, affianco alle mongolfiere più grandi, da qualche anno, fanno capolino dei piccoli palloni gonfiati.
Involucri senza qualità sia ben chiaro, ma che nel buio della notte romagnola (romagnola), fanno comunque un certo effetto.
Questi palloni aerostatici fanno a gara a chi la spara più grossa.
Commentano, scrivono, a casaccio, con lo scopo, non di riportare delle notizie, di spiegare delle cose, ma per il solo scopo di farsi vedere i più informati, i più vicini alle mongolfiere grandi che ogni tanto lanciano verso il basso qualche osso da spiluccare ai servitori.
Ed ecco lo spettacolo che in questi giorni di giugno potete ammirare sui mezzi di informazione.
La cordata tedesca, il fondo sudamericano, le litigate al pranzo di Natale, il gatto, il topo, la gabbianella.
Stipendi sì, stipendi no, stipendi gnamme.
C’è onestamente da divertirsi.
Tutti che si affannano a spiegare quello che loro hanno saputo in via confidenziale dai balloon.
Poco importa se fino a ieri sostenevano il contrario o se fino a l’altro ieri erano i contigiani di quelli che oggi dipingono come dei traditori, loro eh…
Poco importa importa perché in questo festival la dignità non fa nemmeno capolino.
Ed ecco quindi che l’allenatore mancato prima trova il colpevole, poi legge il re Mida al contrario e capisce che sono tutti colpevoli e se sono tutti colpevoli, sarà il prossimo passaggio, nessuno è colpevole davvero.
Poi appunto è tornato il Mida al contrario, tutto quello che tocca si trasforma un cacca. Quello che quando fa un endorsement allora è deciso che si va dall’altra parte, almeno è utile. Questo è quello che basta dargli una spintarella elogiandolo; la enorme massa oscillante del suo ego poi farà il resto per anni, senza bisogno di ulteriori spinte.
Poi c’è quello che scrive solo ogni tanto, perché lui le informazioni le prende da persone molto influenti, amici di una vita, e scrive sempre per conto di questi amici.
C’è anche quello che crede di vestire bene, ed invece ha ereditato il trono del platinato per demeriti, non per meriti. Lui non ha ancora capito niente di quello che sta succedendo, ma per fortuna adesso è stagione di aperitivi a Milano Marittima e la ciabattina di Gucci non vuole i pensieri cupi di questi giorni.
Poi ci siamo anche noi, con un palloncino a forma di unicorno.
Noi non conosciamo nessuno, non parliamo con nessuno e non raccogliamo le confidenze di nessuno.
Però cerchiamo di ragionare.
Il distillato del nostro ragionamento è che ci hanno sempre preso per il culo e continuano a farlo.
E ben ci sta.