E Ibra muto…

E Ibra muto…

Quando la spacconeria incontra la realtà, spesso è quest’ultima a vincere. E così è stato al Romeo Neri, dove il Rimini ha impartito una lezione morale al Milan Futuro, ma soprattutto al suo dirigente più rappresentativo, Zlatan Ibrahimovic. L’ex campione, noto per il suo ego smisurato e le dichiarazioni sopra le righe, ha visto la sua squadra cadere in Romagna, zittito dal gol decisivo di Cernigoi, una rete ‘alla Ibrahimovic’, tanto per rendere la beffa ancor più saporita.
La vigilia del match era stata carica di tensione e attese, alimentate anche dalle recenti dichiarazioni dello svedese. Ibrahimovic, assente per settimane, era riapparso in scena prima della sfida di Champions League contro il Liverpool, affermando con sicurezza: “Comando io”. Una frase che, detta da un giocatore che ha spesso giustificato con prestazioni di alto livello la sua arroganza, poteva anche essere accettata. Ma da un dirigente, soprattutto in un momento delicato per il Milan, stonava. La sconfitta contro il Liverpool aveva già ridimensionato l’ego di Ibrahimovic, ma il colpo di grazia è arrivato dal Rimini.
Il Milan Futuro, una squadra promettente ma ancora in fase di crescita, ha dominato a tratti la gara, ma è stato il Rimini a trovare il gol decisivo con l’unica vera occasione a disposizione. Al minuto 59, Cernigoi con una giocata degna del miglior Zlatan ha infilato la difesa rossonera e segnato la rete che ha regalato la prima vittoria stagionale ai biancorossi. Un gol pesante, non solo per il risultato, ma per ciò che ha rappresentato: una risposta sul campo alle spacconerie di Ibrahimovic, rimasto con la coda tra le gambe.
Curioso notare che, subito dopo la sconfitta del Milan Futuro, il dirigente rossonero non ha rilasciato dichiarazioni né pubblicato nulla sui suoi profili social, notoriamente molto attivi. Il solito ‘one-man show’ di Ibrahimovic è stato messo in pausa, forse perché anche lui ha capito che, in certi momenti, il silenzio è la miglior risposta.
La lezione morale del Rimini non è stata solo socceristica. Il club romagnolo, senza quattro titolari, ha dimostrato che il cuore e la determinazione possono superare anche squadre tecnicamente superiori. Il Milan Futuro, con il suo gioco rapido e il possesso palla, ha sì creato occasioni, ma è stato fermato dall’eroico Colombi e dalla difesa compatta dei biancorossi.
Per Ibrahimovic, abituato a vincere e a essere al centro dell’attenzione, questa sconfitta è un duro colpo. Le sue parole in seguito alla vittoria nel derby contro l’Inter, pubblicate sui suoi profili social a seguito di una passeggiata collinare in cui si è permesso di asserire “Scalerò ogni montagna”, suonano ora come l’ennesima spacconeria fuori luogo. Perché quando si passa da queste parti, come ricorda il celebre motto rivierasco, “C’è il mare e la montagna, c’è tutta la Romagna”. Il Rimini ha quindi fatto giustamente ricorso ai propri princìpi morali, dimostrando che per ogni montagna c’è anche un mare impetuoso da affrontare, e questa volta Ibrahimovic non è riuscito a navigarlo.
Il silenzio dello svedese dopo la partita è emblematico. Il Rimini, con il suo successo sofferto ma meritato, ha inflitto un colpo non solo al Milan Futuro, ma anche all’immagine pubblica di Ibrahimovic, costringendolo a un profilo basso. Forse, dopo questa lezione, lo svedese rifletterà sull’importanza dell’umiltà, non solo come giocatore, ma soprattutto come dirigente.
Per ora in Romagna si festeggia una vittoria che vale più di tre punti. Una vittoria che ha messo a tacere, almeno per il momento, il ruggito del leone Ibrahimovic.

© Image copyright: Quotidiano Sportivo

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