Era il secondo pareggio consecutivo per il Ravenna, un’ostinata sequela di incontri che, tuttavia, non incrinava il margine di vantaggio. Un segnale, forse, in mezzo a turbolenti acque socceristiche, ma il Lentigione, minaccioso come un ululato notturno, faceva tremare più del San Marino, mentre la Pistoiese, trasfigurata, sembrava cavalcare nuove direzioni.
Il tangibile segnale, però, si materializzava altrove: il Ravenna, carente di sei elementi chiave, soccombeva all’assenza cruciale di Nappello, l’unico in grado di accendere la luce nell’oscurità del gioco. La squadra di Gadda, sebbene avesse potuto dominare l’arena, si scontrava con il dissenso di Bizzini, il custode delle reti avversarie, che con tre parate sovrumane salvava il Progresso, solidamente concretizzato e pronto a reagire.
La rappresentazione dei bizantini di fronte al prossimo presidente Cipriani non si dipingeva come un affresco glorioso. Il Ravenna, privo di metà squadra, si schermiva dietro una difesa più attenta che offensiva. Nel frattempo, il Progresso scintillava con un’andatura fulminea, una corsa sfrenata verso il successo.
Al settimo minuto, l’ardita incursione di Matta, attenuata da Esposito a due passi da Cordaro, evocava un senso di pericolo palpabile. Tuttavia, al quindicesimo, Cordaro entrava in scena di persona, raccogliendo i guanti delle parate di Forlì e sottraendo sotto l’incrocio un elegante tiro a giro di Rossi. Il primo squillo del Ravenna arrivava due minuti dopo, quando Mancini, al limite, sparava un tiro che si spegneva sopra la traversa per una manciata di centimetri.
L’occasione propizia giungeva presto: Sabbatani, scatenato sulla destra, serviva un cross perfetto per Tirelli, il cui tiro certo veniva respinto da Bizzini con un mezzo miracolo. Ora il Ravenna, avvolto dalla fiducia, vedeva Aziz Sare tentare una conclusione dal limite, ma la palla volava altissima, disperdendosi chissà dove in via Cassino.
Alla mezz’ora, il Progresso si risvegliava con una conclusione di Selleri, un ex acclamato, che sfiorava il bersaglio di poco. Bizzini respingeva ancora un tiro di Tirelli al trentaduesimo, e nell’ultimo secondo, una torre di Esposito da soccer d’angolo veniva deviata da Sabbatani, ma Bizzini nuovamente salvava.
Ma ogni sforzo era inutile. Con Agnelli al centrocampo al posto di Campagna, e l’ingresso di Vinci per Calandrini, il Ravenna cercava invano il varco. Sabbatani al ventiquattresimo sfiorava nuovamente il miracolo, ma Bizzini resisteva, padrone delle sue reti. Il Ravenna insisteva fino all’ultimo istante, ma il triplice fischio annunciava solo la fine dell’epopea, seguita da storie tese che si dissolvono senza lasciare tracce indelebili.
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