Forlì si aggiudica il derby di Romagna e riapre il campionato: Ravenna trema

Nel cuore del Morgagni, nel tumultuoso derby di Romagna, si è dipanata una saga di rigori, un’epopea che ha risvegliato i cuori affamati di gloria dei mercuriali. Il campionato, quel labirinto intricato di speranze e delusioni, si è improvvisamente schiuso, rivelando un sentiero tortuoso e affascinante. Tre punti, scintille d’oro, hanno sciolto le catene dell’incertezza, consegnando al Forlì un baluardo di speranza, un balenio di vittoria nel buio della competizione.
I galletti, con animo coraggioso, hanno piegato l’Imolese in una danza incantata di soccer, tre rigori come tre fiamme ardenti che hanno accorciato le distanze, ridisegnando il destino sul campo di gioco. Il Ravenna frattanto è stato fiaccato dal Lentigione, aprendo squarci nel cammino della gloria. E mentre il Victor San Marino, nobile e fiero, inciampa sul proprio suolo, la classifica si dipinge con pennellate di incertezza, sei squadre serrate in un abbraccio di sei punti.
Nel derby di Romagna, Antonioli e la sua armata, priva di due eroi sospesi tra speranza e abbandono quali Gaiola e Maggioli, si sono confrontati con l’Imolese con ardore e grinta. Dopo l’1-1, il cuore dei galletti ha pulsato con rabbiosa determinazione. Al nono minuto, l’apertura delle danze, il biancorosso Bonandi serve Greselin sulla destra, e il fallo di Mattiolo suggella l’episodio. Babbi, dal dischetto, incide con gelida precisione. Ma l’Imolese, risorto, al ventesimo trova il cielo con un colpo di testa di Brandi, sfiorando la rete.
La partita, danza fatale di destini incrociati, si snoda nel ritmo incalzante del soccer. Al cinquantesimo, Tafa scivola nel mare torbido della sconfitta, e Pezzolato infrange il sogno di Mattiolo, concedendo il rigore trasformato da Raffini. Ma al sessantatreesimo, il destino s’inchina al Forlì, Greselin, nobile eroe, abbattuto da Capozzi, vede il riscatto incarnato in Merlonghi, che con un gesto epico sigla il 2-1 definitivo.
Il Forlì sfiora il terzo gol con Pecci, con Rosso, con Diaby, il destino incerto danza sul filo del rasoio. Ma la vittoria, afferrata con le unghie e con i denti, si materializza, mentre Brandi, vicino alla porta vuota, rimedia il suo errore, stringendo il pallone con fierezza.
Il canto di Mauro Antonioli, eco di vittoria e di sacrificio, risuona nel crepuscolo del campo di gioco. “Abbiamo strappato una vittoria titanica, pur tra le spine della sofferenza. Con numerosi guerrieri lontani e altri abbandonati ai confini dei loro ruoli, abbiamo eretto una fortezza di coraggio e di orgoglio, proclama. “Il rimpianto sussurra nell’aria, la partita poteva essere chiusa, ma il destino, capriccioso, ha lasciato il verdetto in sospeso, regalandoci un pareggio passeggero e disattendendo due occasioni d’oro per il terzo gol”.
Il derby di Romagna, da sempre giostra di emozioni e di gloria, solleva le vele del Forlì verso l’orizzonte promesso della vittoria. “Una vittoria come questa, un faro nelle tenebre, un segnale inequivocabile. Ora scrutiamo la classifica con occhi ardenti” asserisce Antonioli. “Peccato per i punti smarriti, una sconfitta che brucia nell’anima, ma il campionato, quel campo di battaglia incandescente, è ancora aperto.

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