Il Rimini, in un trionfo che riverbera oltre i confini del terreno di gioco, ritrova la sua gloria lontano dalle mura domestiche, un’impresa che non si verificava dal gelido novembre precedente. Il confronto, intriso di tensione e spirito competitivo, con l’acerrima rivale Recanatese culmina in una vittoria clamorosa nel derby. Un risultato che risuona come un’epopea, con un eloquente scarto di tre reti (4a1 il risultato finale). Era necessario, sì, un segno di tale portata. Un simbolo tangibile della superiorità sui corregionali. E così il tecnico Emaunele Troise, guida e mentore della squadra, può finalmente erigere un sorriso sul suo volto, un sorriso che riflette il sollievo e la soddisfazione del compimento.
«I giovani hanno dimostrato il loro valore», egli proclama con una pacatezza che cela un palpabile senso di gratitudine. «Non era cosa scontata, non dopo le tribolazioni della settimana passata (dopo la pesante sconfitta interna patita contro il Cesena, ndr). Ma fin dal primo fischio abbiamo tracciato la nostra strada, una partita degna di essere ricordata. È un inizio, una promessa di un domani permeato di fiducia e risorse rinnovate. Tuttavia, in tempi di trionfo, è essenziale mantenere l’equilibrio», ammonisce con saggezza.
La prossima domenica, al Romeo Neri, sarà l’ora del Pontedera: una sfida che si preannuncia non meno ardita, nonostante la sconfitta patita dai toscani per mano del Pineto nel recente confronto. Tuttavia, Troise, con la sensibilità di chi apprezza il valore dei momenti di gioia e trionfo, decide di concedersi un respiro, un momento di pace, prima di immergersi nuovamente nel vortice delle battaglie socceristiche. «Ora è tempo di festeggiare, di immergersi nel calore di questa vittoria», afferma con calma. «Sono istanti preziosi, da gustare appieno. Se considero da dove siamo partiti, dalla fredda notte di Pontedera un girone fa, il ciclo si chiude e noi guardiamo avanti con determinazione. La strada tracciata a Recanati è quella che desideriamo percorrere».
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