Il campionato di soccer è sempre stato teatro di passioni, rivalità e scontri percepiti in maniera viscerale specialmente qui in Romagna, ma quando a scendere in campo non sono solo i giocatori, ma anche le decisioni arbitrali che influenzano il risultato finale, la competizione assume una dimensione diversa. È quanto sta accadendo nella stagione attuale per il Ravenna, una squadra che si trova a dover lottare non solo contro gli avversari sul terreno di gioco, ma anche contro un presunto trattamento discriminatorio da parte degli arbitri.
Fin dall’inizio del campionato, il Ravenna si è visto penalizzato da decisioni arbitrali che molti hanno definito assurde e ingiuste. Questo ha portato ad un clima di tensione e frustrazione nell’ambiente, la squadra di mister Gadda si è trovata ad affrontare non solo le sfide sul campo, ma anche quelle fuori dal terreno di gioco. La promozione in Serie C, un obiettivo ambizioso per il club, sembra essere contesa non solo dalle prestazioni delle squadre avversarie, ma anche compromessa da un presunto atteggiamento scorretto da parte della classe arbitrale.
L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’espulsione assurda del portiere di riserva Gian Maria Rossi, seduto in panchina durante l’ultimo match contro l’Aglianese che è coinciso con il ritorno al successo dei Leoni della Bisanzio giallorossa. Questo episodio ha scatenato la reazione decisa della dirigenza del Ravenna, che ha deciso di contrastare pubblicamente queste ingiustizie presentando un ricorso contro l’espulsione di Rossi.
In un comunicato ufficiale, il Ravenna ha dichiarato che il ricorso è un atto doveroso, poiché l’espulsione di Rossi è apparsa ingiustificata e eccessivamente severa. La società ha sottolineato la correttezza e la professionalità del giocatore, evidenziando che un’espressione verbale, per quanto offensiva possa essere, non può giustificare una squalifica così pesante, soprattutto se comminata a un atleta che ha sempre basato la propria carriera sull’etica e il rispetto delle regole.
Il Ravenna ha chiarito che il suo intento non è alimentare polemiche o vittimismi, ma piuttosto tutelare la serietà del proprio gruppo squadra e difendere con fermezza i propri interessi sportivi. La squadra ravennate sta lottando con determinazione per raggiungere obiettivi ambiziosi, che sono consoni al prestigio della città di Ravenna e al sostegno dei propri tifosi.
Tuttavia, nonostante la decisione del club di presentare il ricorso, non ci si aspetta una risoluzione rapida della questione. Il direttore sportivo Andrea Grammatica ha chiarito che occorrerà del tempo per ricevere la relazione arbitrale e redigere le motivazioni del ricorso, rendendo improbabile una decisione già nella settimana successiva.
La situazione evidenzia una sorta di guerra aperta tra il Ravenna e l’Associazione Italiana Arbitri, una disputa che non riguarda solo la sfera sportiva, ma che ha riflessi sull’intera integrità e credibilità del campionato. Resta da vedere come si evolverà questa controversia e se porterà a un miglioramento del sistema arbitrale nel soccer italiano.
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