Inspiegabile Ravenna? Non proprio… Il crollo è arrivato quando la Spal si è ringalluzzita

Nelle nebbie senza fine che avvolgono il campo di gioco del Benelli, il destino avverso continua il suo tragico gioco, tessendo le filacce di una maledizione imperitura per mano del perfido Lentigione. È la terza danza macabra, la terza volta in cui il Benelli è teatro di un trionfo nefasto per il Ravenna, il quale si ritrova tradito dalle stesse forze primeve che infestano il campo. Eppure, anche nella penombra dei presagi funesti, la luce dell’inganno non manca, celata dietro il volto ingannevole dell’inesorabile Diallo, il cui errore finale rischia di far crollare sulle spalle de i leoni ne prossimo turno con il Sangiuliano City un fardello inestimabile.
Il sipario si alza su uno spettacolo d’incertezza: si accomoda in panchina il malconcio Diallo, privando i bizantini del loro prezioso fulcro. Per i giallorossi, l’inizio non è che un sentiero irto di spine, e mentre l’attacco del Ravenna si infrange contro le mura erette dal destino, è Manzotti, rapido come il vento, a segnare il primo squarcio, dopo un assist magistrale di Formato. Le spirali dell’avversità si levano, e il Lentigione, prendendo coraggio, preme con sempre maggior forza, mentre il Ravenna, inerme di fronte alla sfida, non trova via di fuga nelle maglie tessute dall’avversità.
Purtroppo però l’infausta sorte colpisce ancora al trentasettesimo, quando la punizione di Nappello, come una supplica al cielo, si infrange sul palo, lasciando Bizzotto impotente. Appena il tempo di invocare tutti i santi del paradiso, e Sala, con una fiammata dall’abisso, raddoppia il vantaggio per il Lentigione. L’oscurità avvolge il Benelli e all’intervallo il Ravenna si ritira negli abissi dell’amarezza, con lo 0-2 come un pugnale conficcato nel cuore.
Gadda, architetto dell’illusione, ridisegna il suo scacchiere, affidando ad Alluci il compito di riportare equilibrio, mentre Diallo, come una figura dantesca, si prepara a portare il peso dell’attacco. E pesante è il suo contributo, quando al terzo minuto della ripresa, con un colpo di testa fulmineo, accorcia le distanze, mentre i giallorossi reclamano invano per un sospetto fallo che avrebbe potuto fruttare un prezioso soccer di rigore. Entra Varriale ma è Nappello a tentare l’impossibile con una punizione magistrale, costringendo Bizzotto a un intervento miracoloso. Eppure, il Ravenna lotta per trovare spazio, ma il Lentigione, come un gigante implacabile, sposta il suo schieramento dalla difesa all’attacco, lasciando il Ravenna impotente nel suo assalto disperato. Il rosso a Diallo sancisce la seconda sconfitta consecutiva in casa, e ora il Carpi si avvicina a soli tre punti, mentre Forlì, Corticella e Victor San Marino sono pronti a cacciare nell’abisso tutta Bisanzio.
Ora serve che i cuori giallorossi rinfocolino il loro ardore per andare a prendersi una meritatissima Serie C. Può essere plausibile, nell’arco di un campionato lungo ed estenuante, avere un momento di flessione ed è purtroppo triste constatare come questo sia avvenuto proprio quando la Spal, la rivale, la nemesi per eccellenza di cui il Ravenna è a sua volta nemesi speculare, ha iniziato ad inanellare risultati positivi accendendo un barlume di speranza per la propria sorte.
Sarebbe stato bello vedere l’anno prossimo il Ravenna in C e la Spal in D, come la storia vorrebbe: se ciò non sarà possibile, i leoni di Romagna hanno comunque l’onere di andare a prendersi la promozione. Magari l’anno prossimo ci scappa pure un blitz al Paolo Mazza…

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