La domenica del Domenico.
Naturalmente un manoscritto, lasciato sulla soglia della redazione da uno dei nostri 25 lettori ci consegna un punto di vista alternativo nei confronti del nostro Domenico. Trascrivo senza preoccupazioni di attualità.
“Carissimi, leggendo la commedia plautina del ‘PERSA’ e la vita di San Domenico di Guzman mi sono accorto di una curiosità che sono certo interesserà i vostri lettori.
Il Plauto ci dice ‘nomen atque nomen’, il nome un presagio, un destino.
Inutile cercare un destino diverso dall’indicazione che il nome di battesimo ci rivela così chiaramente.
DOMENICO, ovvero dominicus, cioè letteralmente ‘del padrone’.
Il nome Domenico è quindi la consacrazione della propria fedeltà al padrone, poco importa che si tratti del Signore, o del padrone identificato come proprietario.
Nel nome stesso di colui che lo porta c’è tutta la devozione al Signore, e ai suoi desiderata”.
Queste preziose indicazioni ci consentono una lettura più distesa delle scelte tecniche, a prima vista illogiche che hanno caratterizzato il campionato del Cesena, a partire dal decisivo pastrocchio dei portieri. Tutti noi ci chiediamo, ma perché pur avendo un portiere di categoria, esordisce con un ragazzo senza esperienza?
Dominicus… ‘consacrato al Signore’.
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