L’ora passata non può tornare. Il Cesena vince ma è troppo lontano dal primo posto

Tra le personalità italiane di spicco nate il 20 marzo, Guido Bertolaso, Isolde Kostner, Azelio Vicini, Antonio Bassolino, per citarne alcuni tra i più meritevoli, ce n’è una che senz’altro, per formazione e simpatia mi è particolarmente cara.

Si tratta di Ovidio.

I tifosi del Cesena che ci seguono, conoscono la biografia e le opere di Ovidio, ma lasciateci spiegare, per i balneari, a digiuno dei classici, perché Ovidio ci è caro e perché rappresenta una perfetta metafora del momento attuale del Cesena.
Il grande poeta classico, nasce a Sulmona, per l’appunto il 20 marzo, ma come per molti di noi, la morte è più interessante della nascita.
Muore in esilio, relegatio, non si sa di preciso come e quando.
C’è chi dice ucciso dai sicari di Tiberio.
Muore in esilio, dicevamo, lontano dalla sua città, in esilio non è chiaro per quale colpa. Lui stesso ne parla in modo contradditorio; forse una relazione con la figlia di Augusto, o piuttosto trame di palazzo, fatto sta che Augusto lo manda in esilio e Tiberio probabilmente lo manda al Creatore.
Ecco chiediamoci che fine fanno coloro che si mettono contro i potenti; pontificano da lontano e con loro, come in una classe scolastica, si uniscono i deboli, affascinati dai più prepotenti e ne imitano come scimmie le gesta.
È chiarissimo quindi l’argomento di stretta attualità con le cronache calcistiche di questo Cesena.

Come diceva Ovidio e anche Bono Vox “non riesco a vivere con te o senza di te”

11 – i gemelli. Dagli di tacco, dagli punta, siamo Sphendi dipendenti
16 – il culo. Una partita tesa, tirata, bloccata, e poi un lampo nel buio.
35 – l’uccellino. Un uccellino mi ha detto che il nostro 44 e i suoi sponsor sono in disgrazia. Speriamo che duri.
82 – la tavola imbandita. Toscano sta apparecchiando i playoff da protagonisti.
57 – il gobbo. Gol regolare.
39 – il cappio al collo. Tozzo è un portiere scarso ma è un portiere.