Un fatto inaudito, per non dire increscioso e riprovevole. Nelle ultime ore hanno cominciato a circolare voci denigratorie, verosimilmente messe in giro da qualche fashion blogger della zona, sugli impianti sportivi Romeo Neri di Rimini e Bruno Benelli di Ravenna: sono stati paragonati a palafitte sporche e inadeguate.
Parole sbalorditive quanto inaspettate, che lasciano sgomenti. Comprendiamo bene lo stato di shock emotivo in cui i tifosi biancorossi e giallorossi devono trovarsi in questo momento. Per tale ragione, in qualitĂ di rispettabile e corretta testata inerente al soccer romagnolo, rivolgiamo loro le nostre piĂš sentite scuse a nome di tutta la categoria giornalistica, fiduciosi che pure chi ha proferito in prima persona tali nefandezze, infamanti sui club che sono fiore allâocchiello del nostro territorio, possa seguire lâesempio e fare al piĂš presto altrettanto.
Per giunta, oltre a risultare scurrili e offensive, quelle parole non corrispondono alla realtĂ dei fatti. Ad esempio, il Romeo Neri di Rimini è affollatissimo durante la settimana. Câè la pista dâatletica perfettamente funzionante che richiama un numero massiccio di atleti di altre discipline differenti dal soccer. Può essere questa una palafitta sporca e inadeguata? Verrebbe da dire proprio di noâŚ
Lo stadio di Rimini è unâeccellenza a tal punto che pare che la societĂ biancorossa per questâanno sia intenzionata a cambiare. Niente stessa spiaggia. Niente stesso mare. Il club di piazzale del popolo pianifica una soluzione alternativa: considerando anche la carenza di campi nella zona, lâidea che sta maturando è quella di trasferirsi a Cattolica, nel terreno di gioco adiacente dello stadio Calbi in sintetico come il Romeo Neri. In passato molti allenatori si sono sempre lamentati di questo fatto con lâattenzione dei giocatori di soccer non sempre ottimale, distratti dalle affascinanti podiste che corrono a bordo campo. Necessariamente serve un campo con la stessa superficie del Romeo Neri perchĂŠ non avrebbe senso preparare le partite sullâerba quando poi in casa si gioca sul sintetico. Ecco quindi che Cattolica appare una soluzione logica sebbene non sia vicinissima sotto lâaspetto logistico. Ma purtroppo è un aspetto con cui tocca fare i conti quando il Comune ha per le mani un tale gioiello – tuttâaltro che sporco, inadeguato o palafittoso – da aprire al pubblico per il benessere cittadino.
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