Quello che la gente ama più dell’eroe Nicolò Bianchi è vederlo cadere

Quando si vince non conta chiedersi come. La truppa di Toscano espugna un campo difficile con le armi della squadra che pensa al campionato e non alla prestazione. Rimini affonda con l’Entella dopo una gara gagliarda a Cesena, il Cesena vince e tiene il passo a Sassari.
Solo alternando gare ad alta intensità con gare di mestiere potremo sperare in una rimonta ad oggi molto difficile. Come diceva Gianni Brera, si possono recuperare al massimo tanti punti quante sono le giornate che mancano alla fine del campionato.

56 – la caduta. Come da alcuni anni a questa parte i pretoriani degli allenatori deludono in modo inequivocabile. Ardizzone, Franco, Bianchi: sono solo tre dei molti nomi che si potrebbero fare. Sono lontani i tempi dei prediletti di Bisoli e Castorri.
85 – l’anima del purgatorio. Se all’inferno qualcuno vuole mettere i dirigenti responsabili del pasticciaccio brutto dei portieri e relativi preparatori, in purgatorio ci mettiamo toscano, i suoi acquisti deludono ancora una volta.
64 – il frac. Il calcio non è una cena di gala. Lo sa Zecca che non si capisce perché viene ancora messo in campo (auguri di pronta guarigione) e lo sa Adamo che deve giocare sempre.
68 – la zuppa. Teniamo il risultato e le distanze in attesa di tempi migliori questo passa il concerto, chiedere di più non è possibile.
8 – la Madonna. Tutti a dire rosari perché ci andata talmente bene che non possiamo che ringraziare i sublimi.
39 – il cappio al collo. Quello che ci piace indossare tra occasioni sprecate e ammonizioni inutili.

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