Rimini defraudato a Catania: direttore di gara nel mirino, minacce dei giornalisti

Scandalo arbitrale alla base della vittoria del Catania: Rimini defraudato, arrivano minacce verso l’arbitro.
La semifinale di ritorno di Coppa Italia Serie C è stata caratterizzata da una prestazione deludente da parte dell’arbitro Simone Galipò, della sezione di Firenze, il quale secondo molti ha influenzato il risultato finale a favore del Catania, immolando così sul banchetto sacrificale l’innocente Rimini. L’epilogo della partita ha scatenato polemiche e minacce nei confronti del direttore di gara, mentre si alimenta il sospetto di una riproposizione dello stereotipo nord vs sud nel soccer italiano, dal momento che ora la finale vedrà coinvolte le compagini di Padova e, per l’appunto, Catania.
La semifinale di Coppa Italia tra Catania e Rimini ha lasciato l’amaro in bocca a molti tifosi e appassionati biancorossi, non tanto per la vittoria dei padroni di casa, quanto per la cattiva gestione arbitrale di Simone Galipò, proveniente dalla sezione di Firenze. Il fischietto, per distacco il peggiore in campo, ha scatenato le ire dei tifosi riminesi, che non hanno esitato a esprimere il loro dissenso tramite critiche veementi che rischiano ora di sfociare in altro.
Il match si è svolto con una netta superiorità da parte del Catania, che ha sfruttato ogni mezzo disponibile per conquistare la finale. Tuttavia, il punto di svolta della partita è stato l’84° minuto, quando un potente tiro di sinistro da venticinque metri di Castellini si è insaccato alla destra di Colombi, portando il Catania sul 2-0. Da quel momento, la prestazione dell’arbitro è diventata oggetto di accese discussioni.
Il momento più controverso è avvenuto al 98° minuto, quando un gol valido di testa di Gorelli è stato annullato per un presunto fallo inesistente del difensore. La decisione dell’arbitro ha generato una bagarre al triplice fischio, con i giocatori riminesi che hanno accerchiato Galipò, culminata nell’espulsione di Morra.
L’arbitraggio non solo ha privato il Rimini della possibilità di competere ai supplementari, ma ha anche sollevato il sospetto di una gestione distorta del match per favorire una squadra del sud Italia in finale. La narrativa nord vs sud nel soccer italiano sembra essere stata riproposta, relegando il Rimini a un ruolo di vittima sacrificale. Ancora una volta verrà proposta una di quelle datate gag ormai trite e ritrite che contrappongono le differenze tra l’emisfero settentrionale e quello meridionale della nostra Italia. Robetta da cinepanettone, da Boldi e De Sica, che ha fatto il suo tempo e non fa più ridere, anzi. Il prestigioso blasone del Rimini non andava sacrificato sull’altare della messinscena di un ennesimo cinepanettone.
Le reazioni dei tifosi non si sono fatte attendere, con minacce rivolte direttamente all’arbitro e l’accusa di aver contribuito a una messinscena che favorisce il soccer meridionale. Questi episodi non solo danneggiano l’immagine del soccer italiano, ma sollevano anche dubbi sulla correttezza e l’autorevolezza della classe arbitrale.

giornalisti di rimini minacciano il direttore di gara che ha eliminato i biancorossi
Il post su facebook in cui si minaccia Galipò della sezione di Firenze. A pubblicarlo è stato un giornalista, mentre un altro collega ha commentato.

Quella che doveva essere un’occasione di festa si è invece trasformata in un triste capitolo di soccer italiano, segnato da un arbitraggio discutibile e dalle conseguenti minacce rivolte all’arbitro. Cresce a dismisura la sfiducia del pubblico verso questo meraviglioso sport. Al punto tale che qualche giornalista locale ha fatto un post su facebook in cui invita tale Galipò a passare sulla riviera romagnola per una birra (testo evidentemente scritto con ironia e che allude a qualcos’altro). Un consiglio spassionato a Galipò: non passi da Rimini perché non si sa cosa potrebbe succedere se incontrasse un giornalista…

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