Il campionato del Rimini guidato da Buscè inizia con un pareggio che lascia l’amaro in bocca. Un 2-2 che sa di beffa, un risultato che non riflette la superiorità mostrata in campo dai romagnoli contro un Carpi che, per gran parte della gara, è stato messo alle corde dai biancorossi. Quello andato in scena a Carpi non era solo una partita, ma un vero e proprio derby, carico di significati e rivalità storiche. Quando una squadra romagnola come il Rimini affronta una compagine emiliana, in questo caso il Carpi, l’atmosfera si fa sempre elettrica, e le aspettative sono alte. Un derby che il Rimini avrebbe meritato di vincere, ma che è stato beffato da un colpo di coda beffardo e ironico: il gol del pareggio, arrivato per mano del “romagnolo rinnegato” Saporetti, nativo di Ravenna ma in forza al Carpi.
La partita si è aperta con un Rimini arrembante che ha subito imposto il proprio ritmo, soprattutto sulla corsia di sinistra, dove Falbo è stato imprendibile. Già all’ottavo, il Rimini ha avuto la prima grande occasione con Garetto, che di testa ha sfiorato il vantaggio. La squadra di Buscè ha continuato a pressare alto, soffocando le fonti di gioco del Carpi, e al dodicesimo ha avuto un’altra chance con Parigi, che però non è riuscito ad agganciare il pallone.
Il Carpi, dal canto suo, ha faticato a entrare in partita, riuscendo a creare la prima vera occasione solo al ventunesimo, quando una disattenzione della difesa riminese ha permesso a Gerbi di calciare, senza però trovare la porta. Il Rimini, nonostante il tentativo di reazione dei padroni di casa, ha continuato a macinare gioco e, al trentasettesimo, è passato meritatamente in vantaggio con Longobardi, bravo a girare in rete un corner battuto da Falbo.
Il copione del secondo tempo è stato simile al primo: Rimini avanti, Carpi in affanno. I biancorossi hanno continuato a creare occasioni, trovando però un Sorzi in serata di grazia, capace di compiere un vero e proprio miracolo su Langella al cinquantaquattresimo. Passano i minuti e il Rimini non accenna a rallentare, con Longobardi e Megelaitis che sfiorano più volte il raddoppio.
Ma il soccer, si sa, può essere crudele. Al cinquantanovesimo, dopo un cambio tattico operato da Serpini, il Carpi trova il pareggio con Gerbi, bravo a sfruttare una punizione di Mandelli. Il Rimini non si abbatte e continua a spingere, ma il destino sembra voler fare uno scherzo ai romagnoli: al sessantottesimo Malagrida si divora un gol fatto, e al settantreesimo è la traversa a dire di no a Garetto.
All’ottantunesimo, finalmente, il Rimini trova il meritato vantaggio: Cioffi serve Garetto, che questa volta non sbaglia, portando i suoi sul 2-1. La partita sembra ormai chiusa, ma all’ottantasettesimo arriva la doccia fredda. Il Carpi, spinto dal nuovo entrato Sal, trova il pareggio con Saporetti, romagnolo di Ravenna che gioca nelle fila degli emiliani. Un gol che sa di beffa doppia: non solo per il tempismo, ma perché a punire il Rimini è stato proprio un giocatore di quella Romagna che, in campo, aveva dominato.
Il derby si conclude con un pareggio che lascia il Rimini con l’amaro in bocca e il rammarico per i due punti sfumati all’ultimo minuto. La squadra di Buscè ha dimostrato di essere superiore, ma la mancanza di concretezza sotto porta e un pizzico di sfortuna hanno impedito ai romagnoli di portare a casa i tre punti. Il Carpi, dal canto suo, può ringraziare Saporetti, che con il suo gol ha evitato una sconfitta che sembrava ormai inevitabile. Per il Rimini, resta la consapevolezza di aver dominato sul campo, ma anche la necessità di migliorare nella gestione dei momenti chiave della partita. Un derby che, nonostante il pareggio, ha visto una sola squadra prevalere nel gioco, ma che è stato deciso dal ‘fuoco amico’ di un ravennate vestito di biancorosso emiliano.
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