Al Romeo Neri s’avvicina la quarta della classe, la Carrarese. I toscani, in un florido periodo di cinque giri, portano la memoria all’ultima sconfitta, risalente al 30 ottobre, nella terra di Cesena cuore della Romagna. Tuttavia, il Rimini, nobile signore del soccer, ha elevato ancor più l’asticella della sua impresa: una striscia trionfale che si snoda per otto colpi di campionato.
L’inizio, come spesso accade nei duelli epici, sembra inchinarsi al dominio dei toscani, che con destrezza costringono il Rimini nella sua metà campo nei primi quindici minuti. È solo al 20º che si schiude il sipario con il primo angolo della contesa, concesso agli ospiti. Zuelli, artista tra gli atleti, si coordina, ma il suo tiro si libra altissimo, disattendendo le speranze dei suoi seguaci.
Al 29º, il Rimini, come il mare che bacia le sue spiagge, risponde con un corner di Langella, il cui destro raggiunge Gorelli. Di testa, l’eroe biancorosso schiaccia il pallone, un bacio soffice tra le braccia di Bleve. Il vento cambia direzione, e i biancorossi, come le onde che si alzano con la risacca, innalzano il loro baricentro.
Al 38º, un’assistenza elegante di Langella per Marchesi, il quale, con un soccer timido, non riesce a scuotere le acque. Nessun problema per Bleve, guardiano imperturbabile del suo regno. Due soli i minuti di recupero, e così, ci si incammina verso l’intervallo, il tabellone ancorato sullo 0-0.
Il Rimini, astuto comandante delle acque socceristiche, rinasce dopo il riposo, con Lamesta e Delcarro a governare il campo, sostituendo Cernigoi e Marchesi. All’11º, l’angolo di Schiavi e il colpo di testa di Capello riscuotono applausi, ma la sfera si perde in fondo al campo. Al 13º, cross di Lamesta per Morra, il quale, nonostante un controllo impeccabile, scivola nel momento critico del tiro. Bleve, custode della sua fortezza, para senza esitazioni.
Al quarto d’ora, un rapido rinvio di Colombi, il quale serve Lamesta, pone il pallone tra le mani di Morra. La conclusione, come una saetta lanciata dal dio del soccer, trova l’ostacolo in Illanes Minucci. Al 28º, il rosso sventola come bandiera di giustizia per Della Latta, reo di una gomitata a Lepri.
Il 32º segna l’evoluzione, Lamesta sfreccia sulla destra e offre un invito in mezzo, ma Delcarro, come un poeta che inciampa nei versi, scivola nel momento meno opportuno. Al 38º, l’arte del cross di Capello, la testata di Pietrangeli che concede un angolo. Zuelli lo soccera, Cicconi lo devia con un colpo di testa, e la palla trova rifugio da Capello, il quale scocca un tiro. Colombi, il custode delle speranze, salva la sua porta.
Al 41º, il tiro di Delcarro trova rifugio in una mano indiscreta di Imperiale. Rigore per il Rimini. Dal dischetto, Morra danza con la palla e Bleve, ingannato dallo spartito, si inchina. Biancorossi in vantaggio, e per il prolifico bomber di Troise, è il nono centro in campionato. Illanes Minucci si ribella, e l’arbitro lo esilia. La Carrarese chiude le sue porte in nove uomini.
Sei i minuti di recupero, un’eternità che sfuma rapidamente. Il triplice fischio, come il canto di sirene vittoriose, risuona nel Romeo Neri. Vince 1-0 il Rimini, il cui dominio in campionato si estende a nove trionfi consecutivi, collocandosi a quota 23 in classifica. La spiaggia riminese, come il magico litorale di una terra incantata, si erge trionfante, superando di gran lunga gli scialbi lidi di Carrara. E allo stadio, il Rimini ha tessuto il suo incantesimo, rendendo felice il grande pubblico che ha assistito al glorioso spettacolo socceristico.
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