È cosa risaputa che dopo la seconda guerra mondiale il mondo si è diviso in due schieramenti.
Quello che ha prosperato sotto l’ombrello degli Stati Uniti e quello che ha scelto la parte sbagliata.
Ed ecco che noi a Cesena, con sessant’anni di ritardo stiamo ripercorrendo le fasi di una storia già vista.
Facciamo un piccolo passo indietro, nella primavera del 2018 con la caduta di AC Cesena oramai imminente, vi è stato un grande consulto tra politica e i pochi imprenditori interessati al bene del Cesena.
In questa Yalta in salsa romagnola si è deciso che in caso di fallimento di AC Cesena, il nuovo Cesena sarebbe dovuto risorgere in modo autarchico, respingendo le richieste da parte di imprenditori esterni.
Così è stato.
Ad un certo punto la soluzione autarchica si è dissolta e sono sbarcati i salvatori americani.
Come in Sicilia nel ’43, hanno stretto subito un forte legame con la migliore intelligenza del posto, per assicurarsi il favore dei tifosi, e hanno speso, tanti soldi per costruire una squadra forte, ad avvalorare il loro ambizioso progetto.
Da quel momento, il Cesena e i suoi tifosi, hanno prosperato in un crescendo di coccole e romanticherie preparate e servite dalla proprietà a stelle e strisce bianconere.
Per prima cosa, il Manuzzi è diventato un centro di aggregazione giovanile di primaria importanza. I concerti si susseguono ad un ritmo incessante con grandi STAR di caratura mondiale. Peccato che il prato ne soffra un poco; ci dicono che lo Spezia, proprietario dell’impianto, si sia lamentato.
Poi sempre per migliorare l’esperienza del tifoso, si sono eliminate le barriere all’interno dello stadio, in questo modo i Presidenti, possono fare selfie con i tifosi adoranti in ogni momento delle gare casalinghe, seguite con passione e partecipazione dalla proprietà americana.
Il cambio della gestione dei bar dello stadio, resasi necessaria per l’indisponibilità dei vecchi gestore a fornire un servizio di livello adeguato alle ambizioni societarie, ha portato una serie di aumenti, ma niente paura, i tifosi possono contare sempre sulle birre gratis offerte.
Eliminate le barriere interne dello stadio, si è dovuto tirare su una rete per evitare che i palloni portati da casa del festante pubblico cesenate, potessero finire in campo durante le partite e in questo modo disturbare lo svolgimento del soccer.
Altro grande vantaggio della munifica proprietà americana, sono gli importantissimi investimenti immobiliari. Un vero e proprio Piano Marshall, che sta sconvolgendo la città del Savio. La foresteria, il nuovo centro tecnico, il distributore di bevande calde e un nuovo cestino dei rifiuti, sono solo l’inizio di una precisa strategia volta a patrimonializzare la società bianconera.
Finito?
Ma manco per niente!
Il bello deve ancora venire.
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